Biografia

Nato a Francavilla Fontana (Brindisi) nel 1965, figlio di un “maestro d’arte”, nel 1971 si trasferisce con la famiglia a Vicenza dove risiede tuttora.

Entrato sedicenne come garzone di bottega nella Stamperia d’arte di Giuliano Busato in contrà Santa Lucia, la sua innata attitudine al disegno e alla pittura si nutre di lunghi e pazienti esercizi, dove stampa litografie e incisioni per gli artisti Tono Zancanaro, Giorgio Celiberti, Augusto Murer Treccani, Vico Calabrò, Simone Benetton, Silvio Lacasella, Maurizio D’Agostino, Neri Pozza, Renato Balsamo, Otello de Maria, Mario Albanese, Gina Roma e molti altri.
Nel ripercorrere il segno di questi maestri, chiarisce il proprio.

Insieme al padre Gildo, che ha trasmesso a Maurizio la passione per la pittura, nel 1986 esordisce nelle prime esposizioni ma ben presto intraprende un percorso autonomo.

Dal 1999 intensifica la sua partecipazione a mostre collettive organizzate da associazioni artistiche locali e da vari comuni sopratutto a Vicenza e provincia, talvolta in Veneto.

In una instancabile autoaccademia, dove sua principale guida è la necessità del segno, si esercita in un eclettismo di forme, stili e tecniche diverse: disegno a china, pittura a vernici e smalti, pittura su vetro, tecniche miste su tela, carta o legno.
Piccole incursioni surreali o informali nel suo immaginario figurativo popolato di paesaggi naturali e urbani, ritratti, efficaci scorci palladiani, sono pretesto per esercitare senza sosta le potenzialità compositive.
La sua pennellata rapida ed emotiva restituisce un sentimento della natura e dello spazio aperto per catturare l’emozione più forte, l’attimo più intenso, sempre in cerca di un linguaggio libero dagli schemi tradizionali.

(vedi altre opere di formazione 1985-2000)

Poi la svolta.

L’incontro con Alberto Peruffo , alpinista scrittore artista editore di “Intraisass” periodico di letteratura, alpinismo e arti visive (Antersass Casa Editrice) lo sorprende molto sensibile al tema della montagna. Un soggetto finora estraneo alla sua pittura, ma anche al suo quotidiano, che gli provoca un turbamento inspiegabile.
La montagna si rivela metafora di quella dimensione essenziale che sta cercando nel suo linguaggio espressivo. Diventa il campo di indagine della sua ricerca sul colore e la forma. Materia dipinta. L’ “oltre” che cerca è dentro di lui.

Lascia la pittura figurativa, dalla tela spariscono dettagli e figure realistiche, i colori sono più distesi, la luce più chiara, le forme concise, libere dal superfluo.

Dipinge “Collezione Pakistana” (2001-2002) e “Collezione Tibetana” (2003-2004) panorami del silenzio di vette e cieli surreali scavati nell’interiorità ma ben note ai veterani della montagna che hanno riconosciuto quel vuoto, quella quiete, quella luce, quel tempo sospeso.

Queste “montagne essenziali” sono ispirate infatti alle spedizioni di Peruffo con cui inizia a collaborare (come membro fondatore della Fattoria Artistica Antersass, insieme a Nicola Brugnolo attore di teatro e Edoardo Egano ricercatore musicale) per organizzare, e commentare con i suoi quadri, diversi eventi culturali -mostre, film, teatro, musica, spettacoli, performances artistiche, conferenze, letture- che gli offriranno l’occasione di conoscere da vicino i grandi “cantori” della montagna come gli alpinisti Reinhold Messner e Mauro Corona, il cantautore artista e regista Franco Battiato, gli scrittori Vitaliano Trevisan e Luigi Meneghello, lo scrittore e attore Giuseppe Cederna e altri, provando grande emozione per i loro racconti.

I suoi quadri proiettati su grande schermo fanno da sfondo agli eventi-spettacolo al teatro San Pietro di Montecchio Maggiore (2002); all’Auditorium Canneti di Vicenza (2003); nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale di Trento (2004); al Trento Filmfestival sulla montagna (2004/2006) con repliche al teatro comunale di Milano, Padova e Gorizia; ai Castelli di Romeo e Giulietta a Montecchio Maggiore (2004); alle tre edizioni della rassegna culturale “A un passo dal confine” (2006/20007/2008)….
Le immagini delle sue montagne vengono utilizzate a commento di articoli, racconti e poesie di autori di montagna.

Nel 2007, durante i 100 giorni del congresso sulla difesa della natura dell’artista Joseph Beuys alla 52° Biennale di Venezia, è uno dei 400 figuranti con la croce di legno bianco in mano protagonisti di “The Wandering Cemetery” (Cimitero Vagante), scultura sociale in forma di performance artistica concettuale pacifista, inaugurata a Vicenza.

Dal 2011 entra per un biennio nel direttivo culturale della CCC-Casa di Cultura Cibernetica, con sede nella Casa Rossa di Silvio Ceccato a Montecchio Maggiore (Vicenza) che promuove l’arte e la cultura ad ampio spettro, ed è autore del logo dell’associazione che rappresenta l’ “Uomo Cibernetico”.

maurizio camposeo artista

Uomo Cibernetico, 2011 – olio su tela, 50x100cm

Queste esperienze maturano in lui una visione. Nasce in questo periodo la serie delle “Scene di teatro” che espone nella mostra personale nella antica Pieve di Nanto (2013): teatrini surreali dove affida al soggetto ricorrente della nuvola e della parete trasparente il compito di rappresentare il bisogno di uscire dai limiti per respirare nello spazio libero, senza tempo.

Fino a sfondare la superficie della tela nelle sue ultime opere proposte nella mostra personale ospitata dalla Qu.bi Galleria (2015) nel palladiano Palazzo Valmarana Braga, con piani sovrapposti di cieli azzurri, nella insaziabile ricerca di andare oltre e scoprire il senso delle cose. Anche le montagne sono sparite dalla tela, solo l’azzurro del cielo increspato di nuvole bianche occupa tutto lo spazio dell’inquadratura. L’azzurro, anzi il celeste, è colore immateriale del cielo associato alla calma e pace, come se l’artista volesse essere meno precipitoso, più riflessivo. Oltre alla sua valenza psicologica di andare oltre alla descrizione naturalistica.
Forse un altro inizio del suo lavoro.

scritto da Floriana Donati

Come nel 2000 l’opera “La svolta” aveva segnato il passaggio da un fare più descrittivo alle atmosfere delle montagne, anche l’opera “Andare oltre” (2016) rappresenta una sintesi e un inizio verso nuove direzioni, aperture e piani spaziali inattesi, alla ricerca di una meta che sconfina sempre nel prossimo orizzonte.

La nuvola, mai uguale a se stessa, metafora della trasformazione, della vita, anche della forma artistica contemporanea (oggi che tutto è in movimento, in continua trasformazione, tutto convive, tutto trapassa da ora a ora, da evento a evento), diventa espressione di un bisogno di uscire dai limiti per respirare nello spazio libero, senza tempo, di andare oltre alla descrizione naturalistica e al superfluo.

La nuvola è la forma dei nostri pensieri, fermoimmagine dell’attimo più intenso, dell’emozione più forte, della riflessione più profonda senza mai perdere di vista la cognizione della realtà che ci circonda.

Ha partecipato a una decina di mostre personali in Italia e a una cinquantina di collettive anche all’estero.
Alcune sue opere si trovano esposte a Hong Kong (Showroom MOTUS Legno).
Fra le recenti: le fiere di Padova, Parma, Vicenza, Londra, Venezia, Asiago e “ArtBox Project” di New York, Miami, Zurigo e ancora Venezia.

Le limitazioni sociali dovute alla pandemia globale da Covid-19 portano nella pittura di Maurizio Camposeo un cambiamento graduale dettato innanzitutto da un fare più riflessivo. Prende così avvio una fase introspettiva.
Dal 2021 spariscono infatti i piani spaziali, i limiti e le prospettive, per lasciare il posto a cieli tersi e nuvole libere da cui filtra una nuova luce.
La superficie della tela diventa uno spazio infinito in cui fluttuare e respirare, una dimensione eterea dove si sfiorano e si incontrano gli animi.


Biography

Maurizio Camposeo was born in 1965 at Francavilla Fontana (Brindisi province, in the Puglia region). The son of a “Master of Arts”, in 1971 he moved with his family to Vicenza, where he still lives.

When he was 16 he joined as an apprentice the Art Printing Shop of Giuliano Busato in Contrà Santa Lucia. He nurtured his innate talent for drawing and painting with a long and patient training, while printing lithographs and engravings for artists such as Tono Zancanaro, Giorgio Celiberti, Augusto Murer Treccani, Vico Calabrò, Simone Benetton, Silvio Lacasella, Maurizio D’Agostino, Neri Pozza, Renato Balsamo, Otello de Maria, Mario Albanese, Gina Roma and many others. While retracing the artistic sign of these Masters, he elaborates his own sign.

In 1986 Maurizio makes his debut in art exhibitions joining his father Gildo, who has transferred his passion for painting to both his sons Maurizio and Massimo; anyway, soon Maurizio is set to start and follow his own artistic career.

In 1999 he starts increasing his involvement in collective art exhibitions organized by local Art Associations and by local municipalities mainly in Vicenza downtown and province, sometimes in the whole Veneto region. 

Following a path of tireless “self-teaching”, guided by the belief of the importance of the basic sign, he practises a large number of forms, styles and techniques: drawings in Indian ink, paints and varnishes, painting on glass, mixed techniques on canvas, paper and wood. He tirelessly practises his own artistic potentialities even introducing surreal and informal elements within his figurative world made of nature and urban landscapes, portraits, powerful Palladian-style views. His quick and emotional brush touch delivers a feeling of nature and open spaces which allows to capture the strongest emotions, the most intense moment, always searching a new language free from the traditional schemes.

One day the turning point comes.

The meeting with Alberto Peruffo, climber, writer, artist, editor of the literature, mountaineering and visual arts magazine “Intraisass” (Antersass Publishing house), surprisingly introduces Maurizio to the topic of mountains and mountaineering; this new topic, so far alien to Maurizio’s painting activity and even to his daily life, induces a new inexplicable anxiety in his soul.

The mountain turns out to be the metaphor of the essential dimension Maurizio has been looking for since the start of his artistic path. The mountain becomes the experimentation ground in his own research on colour and form. Painted substance. The “beyond” he has been looking for is now inside him.

Maurizio leaves the figurative style, details and realistic shapes disappear from his work; the colours become softer, the light brighter, all forms become more essential, free from the superfluous.

He paints “Pakistan Collection” and “Tibetan Collection” (2001-2002), landscapes representing the silence of surreal peaks and skies surging from inside his soul, but at the same time well know to the mountaineering veterans who have experienced that hollow space, that stillness, that light, that suspended time; these “essential mountains” are indeed inspired by Peruffo’s explorations. 

He starts a strong cooperation with Peruffo as one of the founding members of the “Fattoria Artistica Antersass”, together with the theatre actor Nicola Brugnolo and the music researcher Edoardo Egano. He cooperates in the organization of several cultural events – art exhibitions, movies, theatre, music, shows, artistic performances, conferences and lectures, which are very often introduced and commented by his paintings. All these events allow Maurizio to get deeply in touch with the great “cantors” of the Mountains such as the alpine climbers Reinhold Messner and Mauro Corona, the songwriter, singer and film director Franco Battiato, the writers Vitaliano Trevisan and Luigi Meneghello, the writer and actor Giuseppe Cederna and many others, allowing him to collect strong emotions from their stories. 

Maurizio’s painting are projected on large screens as the background setting for the cultural events at the San Pietro Theatre at Montecchio Maggiore (2002); the Canneti Auditorium in Vicenza (2003); the Frescoes Hall in the Trento Municipal Library (2004); the Trento Mountaineering Film Festival (2004/2006) with replicas at the Municipal Theatres in Milano, Padova and Gorizia; the Romeo and Juliet Castles at Montecchio Maggiore (2004); the tree editions of the cultural exhibition “A un passo dal confine” (“One step away from the border”) (2006/2007/2008). The images of his mountains are used as a comment to extracts, novels and poems by writers on mountaineering topics.

In 2007, during the one-hundred-days congress on the issue of the nature defence carried on by the artist Joseph Beuys within the 52nd Biennale in Venezia, he is part of the group of 400 players holding white wooden crosses in their hands acting in “The Wandering Cemetery”, a social sculture in the form of a pacifist conceptual artistic performance, which had been inaugurated in Vicenza.

Starting from 2011 and for a 2-year period, he joins the cultural management committee of the CCC-Casa di Cultura Cibernetica (“House of the Cybernetic Culture”), based in Silvio Ceccato’s Casa Rossa (“Red House”) at Montecchio Maggiore (close to Vicenza), which promotes broad-spectrum arts and culture; Maurizio is the author of the association logo, which represents “The Cybernetic Man”.

A new vision is developed by Maurizio through all these experiences. In this period the series of the “Theatre Scenes” are created, which are displayed in his personal exhibition in the ancient Nanto Church (2013); surreal images where the cloud and the see-through wall are recurring subjects whose task is the representation of the need to get out of bounds to breath in the open timeless space.

The next step in Maurizio’s evolution is proposed in his last works displayed in his personal exhibition hosted by the Qu.Bi Gallery in the Palladian Palazzo Valmarana Braga in Vicenza (2015); the surface of the canvas itself seems to disappear within overlapping surfaces made of blue skies, representing the unsatisfied attempt to “go beyond” to search for the meaning of things. Mountains have disappeared from the paintings too, the whole space of the frame being dominated by blue skies and rippled white clouds. The blue colour, and the light blue colour even more, are incorporeal colours of the sky associated with calm and peace, as if the artist is consciously willing to be less hasty, more thoughtful; it’s the expression of the psychological need to go beyond the naturalistic representation.

Maybe, a new start in Maurizio’s artistic work.

text by Floriana Donati

translated by Gian Luigi D.

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